Gli errori più comuni commessi dai runners amatoriali

Il mondo dei runners amatoriali, e in particolar modo di quelli che corrono su lunghe distanze, come i maratoneti, è un mondo veramente particolare e variopinto.

La maggior parte inizia per gioco, ma, dopo un po, i neo atleti si spingono sempre più in là con i propri limiti e, dalla “corsetta” di 30 minuti un paio di volte a settimana, iniziano a correre tutti i giorni, non tenendo assolutamente conto di alcuni parametri che sono fondamentali per restare in salute e non infortunarsi.

Di seguito elenco quelli che per me e per le evidenze scientifiche che abbiamo a disposizione sono gli errori più comuni commessi dagli amatori

1. Avere fretta nel raggiungimento dei risultati

Bisogna tener presente che se non siamo degli sportivi e ci approcciamo per la prima volta alla corsa, non possiamo pretendere dopo due mesi dall’inizio della nostra attività di fare 20km. La gradualità dell’allenamento è fondamentale.

Le evidenze a nostra disposizione ci dicono che l’ideale è di aumentare il carico di settimana in settimana per una percentuale compresa tra il 5% ed il 10%. Se aumentiamo il carico per una percentuale maggiore del 15% rispetto alla settimana precedente aumentiamo il rischio di infortunio, in maniera piuttosto importante.

2. Non andare in palestra

L’errore più frequente è pensare che, se corro, il mio unico allenamento dovrà essere la corsa. Falso!!. E’ fondamentale che oltre alla corsa ci si alleni sulla forza. Bisogna impegnare dei giorni per andare in palestra e allenare il core e tutti quei muscoli che utilizziamo durante la corsa (quadricipite, hamstrings, soleo,gastrocnemio etc).

Non accade nulla se un giorno non correte, non abbiate paura che l’aumento della massa muscolare possa in qualche modo diminuire le vostre prestazioni, anzi, accade esattamente l’opposto.

L’allenamento di forza migliora le prestazioni, soprattutto di quelli che corrono per lunghe distanze, e riduce in maniera radicale la possibilità di infortunio.

3. Non avere professionisti del settore che vi seguono

Per l’OMS se si pratica sport per più di 5 ore alla settimana si è considerati agonisti. Ma un agonista fa sport per lavoro, ed ha a disposizione tutta una serie di professionisti che lo seguono (Fisioterapista, preparatore atletico, Osteopata etc). Spesso chi corre, pensando di essere un amatore e non un agonista, si rivolge a professionisti solo in caso di estremo bisogno, e quasi sempre, è già troppo tardi.

Inoltre quando si è “amatori” bisognerebbe tener conto di tutta una serie di fattori, quali: l’alimentazione, la qualità del sonno e lo stress fisico e psicologico legati al lavoro, cose che incidono pesantemente e vanno a sommarsi alla fatica data dall’attività fisica. Non tenerne conto predispone all’infortunio.

4. Pensare che lo stretching sia la panacea di tutti i mali

Quante volte ho sentito la frase “mi sono fatto male perché quando finisco l’allenamento non faccio mai stretching” oppure “strano che ho mal di schiena, eppure faccio un sacco di stretching”.

Lo stretching non previene e non cura nessun tipo di infortunio , né il mal di schiena, né problematiche tendinee. Quello dello stretching è un mito indistruttibile non supportato da nessuna evidenza scientifica.

Quindi non preoccupatevi se non siete ligi alla fine di ogni allenamento.

Riassumendo, anche se molto spesso si pensa di essere amatori, in realtà non è così.

E’ necessario quindi cambiare molte abitudini sbagliate e diventare più coscienti di quello che si fa, e soprattutto, rivolgersi sempre a personale specializzato, sia per prevenire che per curare.

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